#futurocomemerce

Confortante vedere come in Italia nulla è più definitivo del temporaneo.

Penso abbiate  visto o letto delle ultime dichiarazioni esternate nel colloquio con il premier Monti  dall’ad di fiat.

“Se non passa il referendum a mirafiori me ne vado in canada”

Il referendum è passato ed adesso vuole andarsene a Detroit perchè non ci sono le condizioni per stare sul mercato.
Il canadese marchionne non è certo uno che cerca consensi,bisogna riconoscerlo.
Una delle piu` riusciie  e` quella nella  quale  ha dichiarato che nessun utile proviene dall’italia,quindi stanno producendo in perdita. …. altra affermazione confortante.
Adoro quando nega anche  i vantaggi  ricevuti dagli incentivi ed anche i tanti precedenti aiuti statali ricevuti, perché 7 macchine su 10 sono marchi esteri;
Un donChisciotte che combatte contro i mulini a vento ma ostacolato da  persone,cattive,sconsiderate e sicuramente poco patriottiche le quali  hanno acquistato macchine  straniere non solo tedesche ma giapponesi,coreane,pure cinesi.

Magari  farsi alcune domande ma anche darsi una risposta da solo.

Il tema della competitivita`,del rapporto con i sindacati,il italia e` fermo agli 70 e necessita di una disamina a parte   ma bisogna valultare tali frasi  da economisti. La flessibilità ha senso e logica se è biunivoca ovvero come esco da un posto di lavoro devo avere delle condizioni eque per cercarne uno di nuovo così come per l’azienda l’incentivo in uscita va tutelato dalla nemmeno tanto remota possibilità che diventi l’unico modo per tagliare i costi.

Mia personale opinione,se l’Art 18 e tutte le norme fossero immutabili saremmo rimasti fermi al digesto ma per lo stesso principio non aiuta togliere sicurezza e speranza alle persone.

Il futuro non può essere e non può diventare una merce.

Marchionne ha parlato,giustamente,come farebbe una multinazionale in italia,solo che dimentica una cosa: la fiat è italiana e la sua gestione merita piu` attenzione.
Il rilancio di una societa`,non passa solo nella logica di tagli e di revisione dei costi,operazione piu` che legittima,ma anche nella offerta di prodotti tali da attirare pubblico e fare vendita.
La FIAT,spesso,ha scelto vie anche troppo prudenti o non convincenti.
Prendiamo ad esempio,l’ottimo successo commerciale della 500,prodotta e lanciata sul mercato con la giusta aria vintage ma moderna affidabile che ha gia` fatto la fortuna di modelli di case rivali come il new Beetle della wolkswagen oppure il clamoroso successo della Mini per il marchio BMW.
Ma cio` e` rimasto un miraggio nel deserto..
Subito smentito dalla sventurata idea di prendere la bravo,mettergli la calandra della Lancia e deciderla di chiamarla Delta.
Perche` non fare un degno restyling di alto livello e prestazioni,magari da vendere a prezzi piu` alti ma sfruttando un mercato di appassionati  che sarebbe ben contento di guidare una Lancia delta che ricordi i fasti del modello degli anni ottanta?
Il mercato Lancia fa volumi con i modelli Y e Musa,sembra una idea cosi` folle pensare ad un modello di prestigio da proporre in modo opportuno?
Per inciso non vendere una Chrysler 300 a 40 mila euro perchè ha i sedili in pelle e la chiami  Thema.

Continuiamo ad elogiare le scelte fatte dalle case tedesche ma poi abbiamo manager cosi` illuminati che si lamentano della produttivita` italiana.

Sergio…rimettiti la giacca e rasati che e` meglio

Massimo

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